Esausta per avere sempre un'infinità di cose da fare ma che la maggior parte delle volte ho l'impressione non portino di fatto a nulla di: buono/concreto/redditizio/altro. Eppure si va avanti un giorno dopo l'altro a volte con ottimismo a volte con pessimismo ma le giornate comunque passano, anzi volano che lo si voglia o no. Non sono mai passate così velocemente come da quando sono a casa, e sembra un paradosso a cui nemmeno io riesco a dare spiegazioni. Avere un figlio è come avere residenza all'interno di una tromba d'aria. Eccitante ma assolutamente destabilizzante. Non sai mai che cosa succederà il giorno dopo. Quali sfide, quali gioie, quali capricci, quali insegnamenti da trasmettere ecc. ecc.. Da donna introversa e sensibile ho imparato con tanti anni di esperienza a vivere i miei cicli, quelli che io chiamo i cicli vita-morte-vita per citare un testo piuttosto famoso che è: "Donne che corrono con i lupi". Io so quando mi devo fermare, quando il pessimismo e lo sconforto stanno per avere il sopravvento. Mi fermo due o tre giorni, il che vuol dire fare esattamente le stesse cose ma smettere di arrovellarmi il cervello e smettere di aggiungere attività su attività. Mi concentro sulle necessità di base, magari cucino o invento qualche attività da fare con mia figlia, e aspetto che passi. Passata la burrasca emotiva mi rimetto a fare e pensare 24 ore al giorno, notte compresa. Riesco così ad ottimizzare i tempi, essere produttiva e proattiva. Riesco ad occuparmi di tutto senza frustrazioni e a guardarmi dall'esterno con un pò di ammirazione. Poi ci sono le piccole coccole quotidiane che mi aiutano. Una cena tranquilla con mio marito, ogni tanto e rigorosamente fuori casa e senza nanerottola, un buon bicchiere di vino dopo cena davanti a Fox Crime, o un buon libro prima di addormentarmi, una passeggiata da sola "rubata" appena possibile. E sopratutto scrivere, scrivere e ancora scrivere... Nessun grande segreto, anzi piccole cose che mi permettono di sopravvivere in un momento della mia vita in cui ogni equilibrio è andato distrutto. Sono assorbita dal ruolo di mamma e moglie a tempo pieno ma non vengo mai meno ai miei impegni perché non ce la farei. Ma i trascorsi 41 anni di vita mi sono serviti a capire come rispettare i miei cicli, quelli che ogni donna ha, ma che spesso non sa riconoscere o non asseconda. Quello che riscontro molto spesso è che i figli, mia figlia, mi da l'energia per non crollare mai, nemmeno (per fortuna o purtroppo), quando ne avrei bisogno. Dipendono da noi per tutto e il loro equilibrio psicofisico è da tutelare. Basta vedere il suo visino preoccupato quando mi vede cupa o pensierosa per farmi sfoderare il sorriso più grande che posso riuscire a fare, abbracciarla e rimboccarmi le maniche. Sono una forza, una risorsa e ogni volta che sa stupirmi o che mi fa sentire orgogliosa mi ripaga di tutto, mi fa pensare che forse non sono poi una mamma da buttare via. Questo Post partecipa al Blogstorming
martedì 19 marzo 2013
Sfide Quotidiane e Strategie di Sopravvivenza
Esausta per avere sempre un'infinità di cose da fare ma che la maggior parte delle volte ho l'impressione non portino di fatto a nulla di: buono/concreto/redditizio/altro. Eppure si va avanti un giorno dopo l'altro a volte con ottimismo a volte con pessimismo ma le giornate comunque passano, anzi volano che lo si voglia o no. Non sono mai passate così velocemente come da quando sono a casa, e sembra un paradosso a cui nemmeno io riesco a dare spiegazioni. Avere un figlio è come avere residenza all'interno di una tromba d'aria. Eccitante ma assolutamente destabilizzante. Non sai mai che cosa succederà il giorno dopo. Quali sfide, quali gioie, quali capricci, quali insegnamenti da trasmettere ecc. ecc.. Da donna introversa e sensibile ho imparato con tanti anni di esperienza a vivere i miei cicli, quelli che io chiamo i cicli vita-morte-vita per citare un testo piuttosto famoso che è: "Donne che corrono con i lupi". Io so quando mi devo fermare, quando il pessimismo e lo sconforto stanno per avere il sopravvento. Mi fermo due o tre giorni, il che vuol dire fare esattamente le stesse cose ma smettere di arrovellarmi il cervello e smettere di aggiungere attività su attività. Mi concentro sulle necessità di base, magari cucino o invento qualche attività da fare con mia figlia, e aspetto che passi. Passata la burrasca emotiva mi rimetto a fare e pensare 24 ore al giorno, notte compresa. Riesco così ad ottimizzare i tempi, essere produttiva e proattiva. Riesco ad occuparmi di tutto senza frustrazioni e a guardarmi dall'esterno con un pò di ammirazione. Poi ci sono le piccole coccole quotidiane che mi aiutano. Una cena tranquilla con mio marito, ogni tanto e rigorosamente fuori casa e senza nanerottola, un buon bicchiere di vino dopo cena davanti a Fox Crime, o un buon libro prima di addormentarmi, una passeggiata da sola "rubata" appena possibile. E sopratutto scrivere, scrivere e ancora scrivere... Nessun grande segreto, anzi piccole cose che mi permettono di sopravvivere in un momento della mia vita in cui ogni equilibrio è andato distrutto. Sono assorbita dal ruolo di mamma e moglie a tempo pieno ma non vengo mai meno ai miei impegni perché non ce la farei. Ma i trascorsi 41 anni di vita mi sono serviti a capire come rispettare i miei cicli, quelli che ogni donna ha, ma che spesso non sa riconoscere o non asseconda. Quello che riscontro molto spesso è che i figli, mia figlia, mi da l'energia per non crollare mai, nemmeno (per fortuna o purtroppo), quando ne avrei bisogno. Dipendono da noi per tutto e il loro equilibrio psicofisico è da tutelare. Basta vedere il suo visino preoccupato quando mi vede cupa o pensierosa per farmi sfoderare il sorriso più grande che posso riuscire a fare, abbracciarla e rimboccarmi le maniche. Sono una forza, una risorsa e ogni volta che sa stupirmi o che mi fa sentire orgogliosa mi ripaga di tutto, mi fa pensare che forse non sono poi una mamma da buttare via. Questo Post partecipa al Blogstorming
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4 commenti:
Brava mamma !!! E'sempre un piacere leggerti !
Sonia
Grazie Sonia, sei sempre la numero 1
:)
ti leggo per la prima volta e mi ritrovo molto nelle tue parole.con il mio essere a casa, i miei su e giù stile montagne russe. speriamo che le cinture di sicurezza reggano!
francy
Che piacere conoscerti.
Le tue parole sono le mie, spesso difficili da pronunciare. Anche essere a casa non è sempre facile come si possa pensare, specialmente se la vita condotto fina a 20 mesi fa era totalmente diversa. Spero di risentirti, non conosco molte mamme che sono a casa ed è un piacere per me potermi confrontare con qualcuno.
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