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martedì 23 aprile 2013

Gioco e Personalità


Immagine dal web
Credo di aver già parlato della preoccupazione che ho rispetto all'inserimento della nanerottola al nido.
Purtroppo o per fortuna sino ad oggi è cresciuta in un contesto di adulti e, se da un lato è stata agevolata nel linguaggio e nell'apprendimento in genere, non altrettanto posso dire per le sue capacità relazionali. Non ci vogliono esperti per capire, osservando i nostri piccolini, il comportamento che hanno nell'interagire con gli altri bimbi, in special modo con quelli estranei...
la mia bambina e lo dico con un pò di imbarazzo,  è davvero in difficoltà e forse proprio a causa nostra che l'abbiamo iper-protetta non mandandola prima al nido. Non si sa relazionare, rimane sempre in disparte e si fa sottomettere facilmente. Teme i rumori e anche le urla di un parco giochi affollato la mettono in allarme. Colpa nostra o caratteristiche innate? Parlo di imbarazzo perchè in ambienti che lei vive come sicuri è assolutamente espansiva, solare, iper attiva e mi spiace non riconoscerla come tale in altre situazioni. Sto leggendo un libro di cui vi parlerò che divide sostanzialmente in due le personalità degli esseri umani: introversi ed estroversi. Sottolineando gli aspetti positivi e negativi degli uni e degli altri. Nell'essere o l'uno o l'altro ma altrettanto spesso un pò di entrambi,  influisce sicuramente molto una predisposizione naturale ma anche il contesto sociale e culturale in cui si cresce. In una cultura come la nostra che ci vuole tutti sicuri, comunicativi e dove l'aggressività e la prepotenza sono spesso un plus, vedo le difficoltà che potrebbe avere se non l'aiutiamo sin da ora ad inserirsi e a relazionarsi.  Io amo e non potrebbe essere diversamente , Bianca e la sua personalità ma vorrei che le sue componenti si amalgamassero con l'esterno e che lei stessa plasmasse a sua volta il suo mondo.  Se è vero che i bimbi non sono tabule rase, ma che a loro volta interagiscono con l'ambiente esterno, è bello pensare di aiutarla in questo compito di do ut des.  Ho letto diversi articoli che suggeriscono di non etichettare mai i bambini con ruoli predefiniti per evitare che costruiscano poi realmente un' immagine che potrebbe non corrispondere a quella reale. Quello che sto cercando di fare è proporle diverse attività e diversi compagni di gioco per far sì che trovi persone  e attività in cui si senta più sicura aiutandola così a "rompere il ghiaccio" della socializzazione. ma soprattutto cerco di aiutarla a non demordere laddove è meno ferrata. Riconosco in lei diverse mie caratteristiche che non nego mi abbiano messo spesso in difficoltà e vorrei evitare a lei disagi vissuti personalmente. Sbaglio?  Voi come vi comportate, quali sono i segnali che vi mettono in allarme o vi fanno sentire orgogliosi dei vostri bimbi nel comportamento con gli altri? Io, se insegnandole a fare le scale per salire sullo scivolo, le indicavo di farsi da parte per far salire bimbi più grandi o più esperti, ora sono la prima a dirle che non serve più farsi da parte perchè è diventata brava a sua volta.  Insomma sì ad essere accomodanti ma non in modo eccessivo. E' dura...

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